La seconda residenza si svolge dal 18 al 24 febbraio 2018 a Rende(CS), a partire dal testo 111 di Tomasz Man ed è finalizzata al successivo allestimento dello spettacolo, la cui regia è affidata a Emilia Brandi. Il debutto è previsto all’interno della diciannovesima edizione del festival Primavera dei Teatri a Castrovillari nel maggio 2018.
111
di Tomasz Man
regia Emilia Brandi
con Marco Aiello, Emilia Brandi, Ernesto Orrico, Ada Roncone
musiche originali Massimo Palermo
costumi Rita Zangari
disegno luci Paolo Carbone
tecnico audio e luci Antonio Giocondo
organizzazione Alessandra Fucilla
promozione Maria Teresa Fabbri
traduzione Francesco Annichiarico
produzione Zahir, Primavera dei Teatri in collaborazione con PAV, Comune di Rende, SistemaTeatri UniCal, Ass. Entropia – DAM, Ladri di Luce
L’atto unico 111 di Tomasz Man ha come protagonista una famiglia tipica: Madre, Padre, Sorella, Figlio. L’elenco dei ruoli è una traccia precisa sul punto focale del testo. La Madre e il Padre discutono della vita del Figlio, insieme alla primogenita e al Figlio stesso. L’autore non dà alcuna indicazione sullo spazio scenico o sulle azioni dei quattro. Le uniche didascalie sono delle pause, cesure ritmiche e semantiche, al continuo accumularsi d’informazioni sulla condizione interiore dei personaggi e sugli eventi della vita familiare, a cominciare dall’indesiderato concepimento del Figlio. Il dialogo è costituito da battute a frasi singole, che dipingono un quadro abbastanza cupo e chiaramente doloroso dell’organismo famiglia: un padre brutale, una madre poco razionale, un adolescente solitario e smarrito tra diversi possibili sviluppi come individuo, incapace di legarsi convintamente a nessuno di essi, come a qualsiasi altro essere umano, neanche a quelli a lui più vicini. L’insofferenza e l’odio del Figlio hanno una crescita lenta e inesorabile, che neppure l’apporto emotivo e la parziale comprensione della Sorella sono sufficienti a frenare. Tutto suona normale, prevedibile, già avvenuto. Pure la tragedia.
La scelta di 111 concede la possibilità di affrontare la disumanizzazione e la violenza insite anche in una dimensione familiare, in cui è determinante la mancanza di comunicazione viva tra individui che condividono una prossimità solo fisica.
111 is a play about a so-called typical family. Mother and Father discuss their Son. Together with the Sister, they paint a portrait of a pubescent boy. From their one sentence answers, however, a clear and painful picture of each of them emerges: a brutal father; a bitter, heartless mother; a lonely, lost, sensitive, cagey teenager, unable to bond with anyone, not even those closest to him. Hate slowly begins to brew in the young man, his aggression grows.
Emilia Brandi Ha perfezionato la sua formazione teatrale con José Sanchis Sinisterra, Alejandra Manini, Peppino Mazzotta e Riccardo Caporossi. Ha lavorato, tra gli altri, con Francesco Suriano (Perché il cane si mangia le ossa), Giorgio Albertazzi, Cossia-DiFlorio-Veno (Oro, primo Movimento: il viaggio per il “Progetto Petrolio” di Mario Martone), Max Mazzotta, e Orly Noa Rabinyan. Insieme a Ernesto Orrico ha diretto La mia idea. Memoria di Joe Zangara. Ha fatto parte di Teatro Rossosimona (“Premio Scenario 2001” per È il momento dell’amore). È protagonista del lungometraggio Scale Model di F. Nucci e N. Rovito. Ha collaborato con l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Cosenza per Storie Tessute, Cristallo di Rocca, e Peer Gynt, di cui ha anche curato l’adattamento drammaturgico. Collabora con Scena Verticale come formatrice per la scuola di teatro MORE. Con Mirko Onofrio e i Red Basica ha inciso l’audiolibro io… ed il blu. Laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università della Calabria, collabora con la cattedra di Lingua e Letteratura Inglese dello stesso Ateneo.
Ernesto Orrico Attore, autore e regista. È uno dei protagonisti di “Va pensiero” ideato e diretto da Marco Martinelli e Ermanna Montanari per il Teatro delle Albe di Ravenna. Attore negli spettacoli di Scena Verticale “Sulle tracce del Piccolo Principe”, “Le tre male bestie”, “U tingiutu. Un Aiace di Calabria” e formatore per la scuola di teatro MORE diretta da Dario De Luca. Ha lavorato con Centro RAT, Carro di Tespi, Spazio Teatro, Zahir, Compagnia Ragli, Teatro della Ginestra, Teatro Rossosimona. Ha scritto “’A Calabria è morta” (Round Robin, Roma 2008), “Appunti per spettacoli che non si faranno” (Coessenza, Cosenza 2012) e “The Cult of Fluxus” (Edizioni Erranti, Cosenza, 2014). Laureato al Dams dell’Università della Calabria. Ha perfezionato la sua formazione con Teatro Valdoca, Lyudka Ryba (Cricot2), Romano Colombaioni, Francesco Scavetta, MK, Vincenzo Pirrotta, Peppino Mazzotta, Armando Punzo.
AUTORE
Tomasz Man
Drammaturgo e regista polacco, si diploma nel 2000 all’Accademia Teatrale di Varsavia e da allora dirige oltre 50 produzioni. Ha diretto il teatro radiofonico polacco; è stato direttore del Teatro di Rzeszow e del Theatre under the Griffins a Wroclaw. Ha lavorato all’Università di Czestochowa, alla scuola statale di Breslavia, all’Università di Siena, l’Accademia delle scienze polacca, l’Università di Lodz, l’Accademia di Varsavia. È tra gli studiosi del Goethe Institut di Berlino e di Pro Helvetia a Berna.
Thomas Man polish playwright, theater director, author of theater adaptations and radio plays.
He attended High School in Rzeszow, while the baccalaureate in the Grammar School No. 1 in Wroclaw. In 1989 he began to study Polish philology at the University of Wroclaw, where he graduated in 1993. During his studies he performed in student theater and music bands. In 1993 wrote the first play Niebodrzew, awarded in 1995, the Literary Competition of Young Artists The Verdict. The first art of Tomasz Man, which appeared in print was Katarantka, published in 1998, in the “Dialogue”. In 2000 he graduated from directing at the Theatre Academy in Warsaw and his debut as a director Balladyna by Juliusz Slowacki, issued at the Dramatic Theatre in Bialystok. In subsequent years, he directed 50 productions. He directed the Polish Radio Theatre 15 radio plays.
Since 2003, the two seasons he was the literary director at Teatr im. Siemaszkowa in Rzeszow. In 2003, he co-founded Theatre under the Griffins Wroclaw. In 2004-2005 he served as a consultant program in Theatre. Adam Mickiewicz University in Czestochowa. Since 2007 he worked as an assistant professor at the Department of Puppetry in Wrocław State Higher Theatre School. Ludwik Solski in Krakow, where in 2009 he earned his doctorate. He defended his habilitation work in 2013. He conducted theater workshops in Italy at the University of Siena, Polish Academy of Sciences, University of Lodz, Teatranej Academy in Warsaw. He was a scholar of Goethe Institue in Berlin, Germany and Pro Helvetia in Bern, Switzerland.
OSSERVATORIO CRITICO
Katia Ippaso
Giornalista e scrittrice, vive a Roma. Ha lavorato per vari giornali italiani, tra cui “L’Unità” “Rinascita”, Liberazione”, “Gli Altri”. Su “La nuova ecologia” firma la rubrica “Visioni”. È autrice di una serie di documentari che raccontano i grandi attori del cinema italiano (tra gli Anna Magnani, Ugo Tognazzi, Totò), trasmessi tutti su Sky Cinema. Per lo “speciale Fahrenheit 9/11”, approfondimento sul film di Michael Moore, si è guadagnata il secondo premio al New York Tv Film Festival. Con Editoria e Spettacolo ha pubblicato: “Le voci di Santiago”, “Io sono un’attrice, I teatri di Roberto Latini” e “Amleto a Gerusalemme”, reportage dalla Palestina. Nel marzo 2008 è uscito il suo primo romanzo, “Nell’ora che è d’oro”, ambientato a New York, poi ripubblicato in ebook da Onyx- Le reti di Dedalus. Il suo testo teatrale “Doll is mine” si è guadagnato l’Aide à la création da parte del Ministero della Cultura Francese, ed è in fase di realizzazione in Francia. Insegna Drammaturgia alla Stap Brancaccio.