WERE I TO LIVE, YOU WOULD BE DEAD di Miguel Castro Caldas
Quest’opera ha la natura di un saggio, di un esperimento, di un’indagine ed esplora uno dei limiti del teatro: il testo. Il testo è reso disponibile accanto alla sua rappresentazione sul palcoscenico; quindi, gli spettatori possono alternare la lettura e la visione dello spettacolo. Una delle principali preoccupazioni è proprio data da questa particolare distanza che si viene a creare tra vedere e leggere. Anche se leggere significa anche vedere, implica una sorta di cecità: si può leggere solo se si perdono di vista lettere, parole, frasi, insomma, il testo; si ottiene l’accesso al significato solo liberandosi dalla forma. Were I to live, you would be dead si muove, dunque, in questo divario tra leggere e vedere, tra libro e palcoscenico, stuzzicando l’attenzione ballerina degli spettatori, il loro sollevare o far cadere la testa, le oscillazione del collo. Mettendo in luce, quella coreografia senza voce di tutto ciò che si può vedere in scena