I testi

RESIDENZA #1

WERE I TO LIVE, YOU WOULD BE DEAD di Miguel Castro Caldas 

Quest’opera ha la natura di un saggio, di un esperimento, di un’indagine ed esplora uno dei limiti del teatro: il testo. Il testo è reso disponibile accanto alla sua rappresentazione sul palcoscenico; quindi, gli spettatori possono alternare la lettura e la visione dello spettacolo. Una delle principali preoccupazioni è proprio data da questa particolare distanza che si viene a creare tra vedere e leggere. Anche se leggere significa anche vedere, implica una sorta di cecità: si può leggere solo se si perdono di vista lettere, parole, frasi, insomma, il testo; si ottiene l’accesso al significato solo liberandosi dalla forma. Were I to live, you would be dead si muove, dunque, in questo divario tra leggere e vedere, tra libro e palcoscenico, stuzzicando l’attenzione ballerina degli spettatori, il loro sollevare o far cadere la testa, le oscillazione del collo. Mettendo in luce, quella coreografia senza voce di tutto ciò che si può vedere in scena

RESIDENZA #2

SAGRADA FAMILIA di Jacinto Lucas Pires

Pedro e Maria sono disoccupati e il loro Figlio ha incubi sul mondo. Per risolvere questi problemi, Pedro decide di iniziare una religione. La microimpresa di famiglia diventa un successo, ma gli incubi continuano: strane pulsioni, nuove parole, immagini tirate fuori dal nulla da un Figlio senza età e senza nome. Forse la religione deve scendere sulla terra. Forse Pedro dovrebbe entrare in politica. Ci riuscirà? E che dire di Maria? E il figlio? E gli altri? E noi?

RESIDENZA #3

CORPO/ARENA di Joana Bértholo

CorpoArena (BodyArena) è un trittico su tutte le sfide che il corpo deve affrontare. L’azione gioca intorno al cibo e al modo in cui possiamo andare avanti se continuiamo a consumare come facciamo ora; a come riusciamo a preservare il sonno in un’era di massima produttività; e se davvero dovessimo continuare a invecchiare. E che dire della morte?